17 Dicembre

Come è nato il blu?!

 

Nelle statistiche degli ultimi 100 anni l'azzurro è il colore preferito da oltre il 50% degli europei ed è molto utilizzato sia nelle campagne marketing sia in quelle pubblicitarie. A questo proposito si è osservato che i sonniferi, il cioccolato al latte e molti prodotti per la pulizia vendono di meno se sulla confezione non c'è almeno un piccolo fregio celeste. Il blu è dappertutto e dovunque si trovi trasmette un messaggio preciso: sulla bandiera dell'Onu e dell'Unione Europea indica la volontà di pace e fratellanza. Sui pacchetti di zucchero significa dolcezza.

Sul logo di world wide web ci ricorda che viviamo sul “pianeta azzurro" e stiamo diventando una comunità interconnessa. Il Telefono azzurro segnala il desiderio di proteggere i bambini in difficoltà. I Blue- Jeans sono sinonimo di abbigliamento informale e rilassato.
Da circa tre secoli il colore blu è diventato anche un efficace strumento per comunicare concetti politici e militarisulla bandiera americana fu infatti associato all’idea di indipendenza; sulla coccarda francese, inaugurata il giorno della presa della Bastiglia, nel luglio 1789, rappresentò l'uguaglianzarivoluzionaria. E da allora, precorrendo le sofisticate classificazioni degli psicologi e degli uomini di marketing contemporanei, è diventato il colore dei repubblicani, in contrapposizione al bianco dei monarchici e dei cattolici, al nero dei fascisti e degli anarchici, al rosso dei socialisti e dei comunisti.

 

 

Nell’antica Grecia, il blu è stato un colore poco preso in considerazione. Venivano infatti preferito il nero, il rosso e l’ocra, molto utilizzato per le rappresentazioni su ceramica degli dei. Anche nella cultura degli antichi romani il blu era poco utilizzato, poichè rappresentava il colore dei barbari celti e germani.

Analizzando le antiche cartografie è evidente come la rappresentazione dell’acqua veniva effettuata con l’utilizzo del colore verde. Il blu non venne considerato nemmeno con L’avvento della Chiesa, che codificò l’uso dei colori liturgici attraverso il bianco (colore della Pasqua), il rosso (la Pentecoste) e il viola (la Quaresima)

Nel corso dell’800 gli storici notarono che nell’Atene di Omero enella Roma imperiale il blu era un colore senza prestigio, spesso confuso con il verde ed il grigio, e che nella letteratura greca e romana non compare un aggettivo che qualifichi in modo preciso questo colore. Inizialmente si pensò che questo fosse legato a un difetto della vista e del sistema neurosensoriale che rendeva gli antichi insensibili o addirittura “cechi” al blu. In seguito la questione venne superata nel momento in cui si capì che anche la percezione del colore, come ogni altro senso umano, è un prodotto della storia.

Perché il blu diventasse un colore significativo, capace di trasmette idee e suscitare emozioni, furono necessarie nell'Europa cristiana almeno due cose: che le materie di base per la pittura e la tintura delle stoffe non fossero più un bene raro e difficile da distillare come nell'antichità; e che nuove abitudini si sedimentassero nell'inconscio collettivo trasformando la sensibilità ed il gusto degli individui.
Lo storico francese Michel Pastoureau ha datato al 1100 il punto di svolta riguardo al colore blu. Grazie allo sviluppo del commercio e dei mezzi di produzione materiale nacque una nuova sensibilità religiosa e culturale, ed il colore blu si impose sulla scena europea per rimanerci fino ai giorni nostri.
Il primo segnale che qualcosa stava cambiando lo diede, in pittura, il mantello della Vergine: precedentemente era stato quasi sempre dipinto di bruno, violetto o bianco in segno di lutto ed  afflizione. Poi, improvvisamente, diventò ovunque di un bel blu chiaro e luminoso, trasformandosi in un simbolo di purezza e misericordia. Il blu trionfò nelle vetrate delle cattedrali gotiche e tra il 1230 e il 1250 fece il suo ingresso a Corte quando, tra la meraviglia generale, cominciarono a vestirsi di blu sia Luigi IX, definito come il “Santo di Francia”, sia Enrico III d'Inghilterra.

Il Blu è anche il colore dei miti, si ritrova nelle fiabe ed è il colore dei principi coraggiosi.
La Fata Turchina di Pinocchio aveva i capelli del colore del cielo e dello spirito: una chiara allusione alla trasformazione iniziatica del burattino, che muore per rinascere bambino.
Barbablu incarna invece l’aspetto inquietante e mortifero del blu e ben simboleggia le profondità arcane che l'anima deve conoscere per trovare la salvezza.
Il Principe Azzurro: nei primi cicli arturiani figurano come protagonisti soltanto Cavalieri Rossi (spesso animati di cattive intenzioni), neri (eroi di primo piano che cercano di nascondere la propria identità, non necessariamente negativa), bianchi (spesso personaggi anziani e saggi) o verdi (cavalieri giovani ed inesperti). Questo simbolismo cromatico si arricchisce di cavalieri blu soltanto verso la metà del 1200: qui nasce il prototipo del principe azzurro, valoroso, giusto e leale, che ritroviamo in tante fiabe come archetipo del maschile “che salva”.