23 Ottobre

Sociale = Volontariato:

Quando propongo un lavoro in una realtà sociale, la maggior parte delle persone si sente in diritto di pretendere prestazioni gratuite. Trovo questo atteggiamento, oltre che dannoso nei confronti di chi come me ci lavora e ci vive, anche per chi il sociale lo è. Significa che il sociale è un ambito dove non servono professionisti, significa che è un ambito dove basta sopravvivere e non vivere. Penso che i volontari siano indispensabili in questo campo, ma penso anche che il loro lavoro debba essere affiancato da chi ha costruito una professione, fatta di basi pratiche e teoriche, di sperimentazione e di studi.

E' vero che i primi tagli in tempi di crisi vengono fatti proprio in questo ambito, ma chi il sociale lo vive tutti i giorni stando a capo di cooperative, associazioni ecc ecc, dovrebbe sapere più di chiunque altro, quanto sia importante preservare la qualità del lavoro.

Mi sono vista diverse volte chiedere di lavorare a gratis....lavorare e gratis sono contrapposti e non possono reggere nella stessa frase! Questa è la mia professione e merita il rispetto di tutte le altre, nessun contabile o segretaria o cameriera o qualsiasi altra professione lavorano gratis. Chi opera nel sociale dovrebbe avere la sensibilità giusta per capire che non è un atteggiamento corretto nei confronti di nessuno. 

Mi piace il mio lavoro, credo in quello che faccio e nei suoi benefici, mi affeziono ai gruppi che seguo. Ho fatto molti sacrifici e spesso ho accettato di lavorare a gratis, quando a progetti ormai iniziati si richiedevano mesi di lavoro in più e nessun compenso per le ore in esubero. L'ho fatto perchè non si lasciano i progetti a metà, perchè le persone che stavo seguendo avevano bisogno di vedere realizzato ciò su cui stavamo lavorando, ma non è un atteggiamento corretto da parte di chi si approfitta di questo. 

Spesso le persone non giudicano queste professioni "lavoro" perchè io e chi lavora con me ci divertiamo! E allora io spesso rispondo "non è colpa mia se ho scelto di fare un lavoro che mi piace"! Se un lavoro per essere considerato tale deve essere necessariamente pesante, frustrante, imposto, allora no il mio non si chiama lavoro. 

Concludo ringraziando tutte le persone grazie alle quali la mia professione è degna di essere chiamata così, persone che hanno creduto e credono nel lavoro e nei gruppi che loro stessi seguono. Persone che hanno permesso la realizzazione di progetti bellissimi, fatti di ore insieme, di creatività, di star bene. 

Buona giornata

M. e S.